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E' ufficiale: sono una food blogger!

martedì 29 marzo 2016

Un paio d’anni fa ho partecipato per curiosità al corso be.a.blogger della nota Chiara Maci. Allora come oggi non ho ancora ben chiaro cosa significhi essere una blogger. Oggi a differenza di allora sono una food blogger.
Nel giugno 2014 ho messo on line il diario su cui annoto appunti e fisso le immagini di manifestazioni e tavole a cui per diletto e passione partecipo. E da qualche mese MiSsFoglia è anche inviata speciale dell’azienda per cui già lavoro da qualche anno all'ufficio vendite, proprio dall'evento tenutosi con la famosa food blogger in DolceCasa cameo. Che coincidenza...
E così adesso scrivo spesso e volentieri!
Perché le cose succedono. E a volte sono più belle di come le abbiamo immaginate.


Vorrei essere perfetta invece sono questa.

venerdì 27 novembre 2015

Sono mesi che corro dietro al tempo. Questo anno è sfuggito dal mio controllo. Sapevo che il 2015 sarebbe stato impegnativo, ma non immaginavo così tanto. E quel che mi spaventa è che il prossimo anno non sarà da meno.
Ho fatto molte più cose di quelle che sono riuscita a raccontare. Sono mancate spesso le forze per farlo e qualche volta - lo confesso, faccio pubblica ammenda - la voglia. Perché capita che la stanchezza - fisica, ma soprattutto mentale - soffochi l'entusiasmo, ahimè.
Ho pensato di aver fatto il passo più lungo della gamba, come si suol dire. Ho messo in rete il mio diario di gastrofissata per condividere la parte più golosa della mia vita, senza alcuna velleità. Però non posso non scrivere più, ho pensato. E così mi sono rimessa ai fornelli e faccio correre le dita sulla tastiera. Dovra pur finire questa storia che "prima il dovere e poi il piacere"!
Perché MiSsFoglia è la parte migliore di me: non posso, non voglio lasciarla andare. A riprova che tutto ha bisogno di cura e niente è gratis: la vita questo me lo ha insegnato bene.
Come qualcuno mi ha definita, sono una blogger atipica. E io me ne compiaccio, sorridendo.
E' una vita che cerco di essere perfetta invece sono questa.

Photo Credits: Elisa Campesato Fotografa

Le mie Identità Golose

venerdì 27 febbraio 2015

Un anno fa ero approdata ad Identità Golose spinta da curiosità ed attratta dagli chef celebrities.
Presa dall'entusiasmo di uscire dalla mia cucina e di entrare - in punta di piedi - in un mondo così affascinante e tutto da scoprire, proprio in quella occasione avevo deciso di aprire questo blog, dove raccontare appunto gli eventi, le esperienze e le persone che questo interesse mi fa sperimentare. Quest'anno tornare era d'obbligo, una sorta di ricorrenza da festeggiare.
Ed eccomi all'undicesima edizione del convegno internazionale di alta cucina che si tiene al Palazzo dei Congressi di Milano sotto la regia di Paolo Marchi.
Tema di quest'anno - anno dell'Expo - Una sana intelligenza. Il cibo deve essere buono, cioè goloso e sano. Così le verdure non sono più soltanto contorno, ma al centro del piatto.
Fitta l’agenda degli incontri e delle lezioni. Per questa edizione il programma si è arricchito di Identità di Montagna, Piccanti ed Estreme. 
Ce n’è davvero per tutti i gusti. Non so come dividermi, ma una scelta va fatta.
Per gli appuntamenti a cui non riesco a partecipare mi affido ai commenti dei presenti ed ai resoconti degli addetti che in questi giorni producono articoli senza continuità di sosta.
Mi dedico ai grandi nomi che occupano il Gotha della ristorazione, nel dubbio e nella speranza di varcare la soglia dei loro pluristellati ristoranti prima o poi. 
Sala gremita per Alain Ducasse. Riesco ad entrare solo verso la fine dell’intervento, giusto in tempo per cogliere una frase che sintetizza il concetto di Naturalitè: "la cucina deve essere fatta con quello che si ha e con quello che si sa".

E’ poi la volta di Enrico Crippa: sono rimasta incantata dalla sua presentazione di piatti a base di verdure, quelle del suo orto. Chiede a Paolo Marchi di posticipare IG in primavera, quando la natura offre un’ampia varietà di colori e sapori. Riesco addirittura a vedere Una farfalla nell’orto che svolazza qua e là.


Nonostante gli studi fatti, la matematica non è il mio forte: ho trovato quindi un po’ ostico il discorso di Davide Scabin sul numero aureo o numero di Dio. Ho colto che nella proporzione sta la bellezza: questa era facile.
Davide Oldani apre il suo intervento ricordando di “pensare prima di comprare e di pesare prima di cucinare”, in un'ottica di cucina responsabile e senza sprechi. Esemplifica coi suoi piatti l’evoluzione della tradizione e come il gusto sia diventato sano e leggero.
Ascoltando chef e maitre di Eleven Madison Park di New York, uno dei ristoranti più famosi al mondo, capisco che questa coppia di amici e soci in affari ha una sincera vocazione alla soddisfazione del cliente. Serve attenzione verso la persona: il cliente deve essere ascoltato e capito, solo così uscirà felice dal ristorante. Ed è questa la chiave del successo del loro rinomato locale. Tanto la cucina quanto il servizio è un arte. Sala e cucina devono essere in equilibrio; perché ciò avvenga è necessario mettere un po’ da parte l’ego, darsi fiducia, avere rispetto e collaborare. Definirei il matrimonio d'amore tra Daniel Humm e Will Guidara riuscito.

Una sala piena e trepidante attende l’arrivo sul palco di Massimo Bottura. Bisogna ammetterlo: quest’uomo, emiliano e cittadino del mondo al tempo stesso,  riesce a stregare il pubblico. Impartisce una lezione sul recupero - come forse tante nostre nonne dedite all’economia domestica avrebbero potuto fare - che non è degradante bensì atto di dignità e volontà. Così il pane secco diventa una zuppa dolce di latte, tanto cara e familiare a Carlin Petrini e - aggiungo io - di insegnamento per Enzo Bianchi per cui "il pane di ieri è buono domani", e con le bucce annerite delle banane ottiene un gelato. Qualsiasi cosa detta da Bottura suona (e risuona) meglio! E che ben venga su temi del genere. 

L’associazione NoidiSala calca il palcoscenico nel vero senso della parola: insieme all’attore Marco Giallini alcuni dei più noti sommelier d’Italia mettono in scena “Il cliente non è servito”, ovvero quello non vorremmo vedere nelle sale. Battute esilaranti e sketch verosimili per dimostrare quanto il servizio conti per la piacevolezza di un'esperienza al ristorante: "il cameriere non è un lavoro che si improvvisa, è un mestiere di tutto rispetto".  

La lezione di Niko Romito è sulla cottura della carne. In questa occasione lo chef abruzzese ci presenta (ed omaggia) il suo libro che – tiene a precisare – non è un libro di ricette: spiega come nasce un piatto, parla di tecnica e ricerca. La sua sintesi: complessità, ma non complicazione. E conclude specificando che “i cuochi si dividono tra chi comunica attraverso il piatto e chi narra”.

Ad Identità Naturali il dilemma è To bee or not bee. Cristina Bowerman, appassionata e spontanea, dedica il suo intervento alla scomparsa delle api e propone l’apicoltura urbana: l’impollinazione è fondamentale per la natura, quindi anche per l’uomo che ne fa parte. Il miele, oltre a fare bene, è ottimo in cucina: assaggio con gusto bottoncini di pecorino miele e noci.



Ad Identità di Pizza nomi importanti: Gabriele Bonci sempre più dedito al mondo vegetariano e vegano; Franco Pepe con la sua pizza del territorio Sanacore, in questa occasione dedicata a chi ha problemi cardiaci e segue un particolare regime dietetico; Simone Padoan che festeggia vent’anni di pizza gourmet e nuovi traguardi; Renato Bosco ed una sana libidine tra contaminazioni e gusto.
Mi infilo nella sala durante l’intervento di Bonci che col suo fare schietto commenta la moda di fare il lievito madre in casa: bombe batteriologiche che faranno esplodere i frigoriferi!
Ma oltre alle sale, la manifestazione si svolge nei corridoi e negli stand: un evento nell'evento. Riesco a raggiungere l'affollato stand di Bonaventura Maschio mentre lo chef Luciano Monisilio interpreta la sua celebre Carbonara di Pipero al Rex di Roma con l'aggiunta di una spruzzata di distillato d'uva  e nasce così la Carbonuva. E sempre a proposito di pasta da Monograno Felicetti Davide Scabin mette l'Amatriciana nella pentola a pressione ed allo stand di Pastificio dei Campi chef campani si alternano per le degustazioni della Pasta di Gragnano.


L’indomani, seduta alla mia scrivania, sfoglio il programma e penso a cosa mi sto perdendo: della prossima edizione non salto un giorno! In realta non dovrò aspettare un anno perché il testimone passa ad Identità Expo.
Diversi i pareri su questo convegno: utile o inutile? per immagine o di sostanza?
Cosa volete che vi dica? A me piace, mi permette di avvicinarmi sempre più all’alta cucina che tanto mi attrae e di entrare in contatto con le persone che questo mondo lo animano. E credo che sia per tutti luogo di incontro e confronto. Qui si ha il tempo per uno scambio, anche di sorrisi.

Agenda Food - Gennaio 2015

sabato 17 gennaio 2015

Anno nuovo, nuovo proposito. 
In questi primi mesi da foodblogger (se posso fregiarmi di tale titolo) sono state più le volte in cui non ho raccontato i piatti ed i prodotti assaggiati, le persone incontrate, i posti conosciuti rispetto a quelle in cui l’ho fatto.
Perché quando indosso i panni di MiSsFoglia mi prende una sorta di riguardo per cui tendo a nascondermi, ma mi sono accorta che così facendo sbaglio clamorosamente: l’intento di un blog – del mio blog – è quello di condividere, di rendere i lettori partecipi. Vorrei che, leggendomi, foste invogliati a fare la stessa esperienza e – meglio ancora – a darmi i vostri pareri.
Ecco allora che da quest’anno ogni occasione sarà buona per mostrarvi quale luogo sto scoprendo, quale leccornia sto gustando, quale personaggio di cucina o di sala sto vedendo all'opera. O semplicemente lasciare un ricordo nell'album che raccoglie la mia passione per cibo e cucina in ogni sua forma così da poterlo sfogliare insieme.
Ve l’avevo detto che il motto del 2015 sarebbe stato ricalcolare il percorso, no?
Preparatevi: sarà un anno ricco! Ed io mi ci ficco! 
Dove sarò o dove vorrei essere in gennaio:
  • Parmigiana di Melanzane Day - Giornata Internazionale delle Cucine Italiane sabato 17 gennaio nel mondo e presso Villa Torretta a Sesto San Giovanni (MI). Perché è da sempre il mio piatto preferito!  www.idic.itchefs-gvci.com
  • Sigep - Salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali dal 17 al 21 gennaio presso Rimini Fiera. Perché è un concentrato di bontà! www.sigep.it 
  • Audi Chef’s Cup ovvero sci, corsi di cucina e cene stellate in alta quota dal 18 al 23 gennaio in Alta Badia, Perché mi piace la montagna, ma non so sciare! www.chefscup.it 
  • Olio Officina Food Festival - Condimenti per il palato e per la mente dal 22 al 24 gennaio presso Palazzo delle Stelline a Milano. Perché i grassi in cucina devono trovare il loro posto! Inoltre il tema di questa edizione è tutto da scoprire: L'olio alimenta l'eroswww.olioofficina.com
  • Il cibo nell'arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol in mostra dal 24 gennaio al 14 giugno presso Palazzo Martinengo a Brescia per celebrare nell'anno dell'Expo la bellezza del cibo e la sua diversa rappresentazione nel tempo. Perché va nutrito anche lo spirito. www.mostraciboarte.it 
  • Tour Tlen - La sfoglia tira! Bologna e Modena: il confronto si allarga in tre cene-degustazione (le primarie domenica 25 e lunedì 26 gennaio e la finale lunedì 2 febbraio) presso Palazzo Re Enzo a Bologna in cui votare gli chef che si sfidano a suon di tortellini, tortelloni e lasagne! Perché sogno di fare la giurata e la materia è decisamente ghiotta! facebook.com/tourtlen.org   
Perché "quello che ti piace fare è la cosa che sai fare meglio"!
Torno sempre volentieri a Parma, soprattutto se si tratta di mangiare le specialità tipiche.
Mercoledì della scorsa settimana, in uno scampolo d'estate, è stata inaugurata la Degusteria Romani in Borgo Palmia. 
Affacciato su questo vicolo del centro storico il locale si presenta in parte come un elegante food truck con una finestra aperta sull'esterno ed il bancone di preparazione dove gli avventori possono anche sedersi; entrando si trova un'accogliente saletta interna che conta una ventina di posti dove consumare un pasto, una merenda con prodotti del territorio o un aperitivo. E per soffitto una volta piena di Prosciutti di Parma e Culatelli di Zibello!


Il menù su cartapaglia descrive con cura l'ampia scelta di panini e tramezzini, insalate fantasiose e fresche, taglieri con salumi e formaggi eccellenti accompagnati da torta fritta (versione parmigiana dello gnocco fritto) o pane casareccio, proposte gourmand di paste ripiene come i tortelli di erbette della tradizione, zuppe di verdure e legumi e secondi come il piatto antico e molto popolare Vecia col pisst a base di carne di cavallo e patate ed il più moderno Filet Burger Black Angus. E per finire in dolcezza torte, dessert e frutta. La carta offre una selezione di vini con particolare attenzione a quelli locali così come la birra artigianale del Birrificio del Ducato. 


Tra i prodotti di qualità che campeggiano nel bancone e nella dispensa si nota anche il salmone affumicato delle Isole Faroe, per accontentare anche chi alla carne preferisce il pesce.

In caso di fretta si puoi ordinare da casa e dall'ufficio e trovare le pietanze sistemate in confezioni speciali che ne mantengono intatta la fragranza.
E' possibile degustare da lunedì a sabato, dalle 10,00 alle 21,30. In futuro qui si svolgeranno anche corsi per bambini ed adulti su cibo e cucina.
Tutti i prodotti qui assaggiati sono in vendita presso La Prosciutteria (in entrambi i casi un nome...un programma!) nella vicina Via Farini e, se la bottega non fosse proprio sotto casa, sul sito www.noidaparmashop.it.
Io ho trovato un altro buon motivo per andare più spesso a Parma!

Curvy&happy!

mercoledì 30 luglio 2014

Sono stata messa a dieta ancor prima di essere svezzata: crescevo troppo perché mangiavo troppo. Durante l’allattamento ho prosciugato mia madre, effettivamente. Della mia infanzia ricordo la merenda a base di frutta per me – una mela – e di pane casereccio olio buono e zucchero per mio fratello, io paffutella e lui mingherlino. Per me il peso è sempre stato un problema, salire sulla bilancia il peggior incubo e prova ne è che non ne ho posseduta una fino a qualche anno fa. Il regalo più sgradito che abbia mai ricevuto è stato un abbonamento alla palestra. Inutile dire che non l’ho mai usato. E che la persona che me l’ha donato non fa più parte della mia vita.
Della scorsa settimana una notizia che segna una svolta di costume, che significa molto per me: per la prima volta è stata scelta come venere del prossimo calendario cult Pirelli una modella americana delle cosiddette taglie forti che non risponde affatto ai canoni di bellezza femminile a cui ci hanno abituati sfilate, riviste e tv. Candice Huffine, 29 anni, è alta 180 cm, pesa 90 kg. e vanta misure decisamente abbondanti (96 - 83 - 108). La sua forma così morbida e sensuale mi ha colpita, in quella figura giunonica sempre sorridente mi sono riconosciuta. Anche se io posso contare qualche chilo in meno e qualche centimetro in più qua e là. Pare che dietro ci sia una manovra di marketing: è risaputo che la società – soprattutto americana, ma anche quella europea – è sempre più sovrappeso per cui è necessario legittimarne l’immagine over-size per promuovere l’industria delle taglie comode.
Io preferisco pensare – o forse illudermi – che il modello della magrezza a tutti costi sia superato, che qualcosa stia cambiando e che finalmente ci sia posto anche per una bellezza fatta di rotondità mostrate con orgoglio.

Mi sono sempre vergognata della mia imperfezione fisica, mi sono sempre sentita inadeguata. Ho cercato di farmi bastare che ‘altezza è mezza bellezza’ e di giustificare il peso con la costituzione robusta, ma non è servito. A scuola venivo messa in fondo all’aula e scartata nei giochi a squadre dove c'era da correre per vincere; nelle foto di gruppo mi nascondevo dietro a tutte le altre, quelle minute e magre. Quelle fortunate, a mio dire. Allora ho lasciato emergere il carattere, con cui ho cercato di coprire i chili di troppo.
Ho passato una vita a sentirmi brutta e grassa. E grasso non è bello. Perché essere grassa ti fa sentire oggettivamente brutta: poco importa se sei proporzionata, se hai dei bei lineamenti, se i tuoi capelli sono lucidi, se sei capace di sorridere con gli occhi. Sei grassa. Ero grassa. Forse a detta di qualcuno lo sono ancora. Io però non mi sento più tale. 
Ho finalmente fatto pace coi miei chili in più. Ho accettato che la diversità non è sinonimo di difetto. Ho comprato una bilancia, mi peso spesso e volentieri. Ho imparato che certi alimenti mi fanno male (lattosio e lieviti purtroppo; proprio a me che vivrei di pane e formaggio, diventato ormai il mio sgarro preferito). Ho cominciato a guardarmi allo specchio ed a vedere che oltre alle gambe - con un filo di cellulite - c’è di più e non è poi così male. Ho iniziato a volermi bene.
Da qualche mese entro nelle taglie definite normali - ma chi e cosa stabilisce la normalità? Vado a fare shopping e non mi sento più come la Pretty Woman che viene cacciata a suon di ‘qui non abbiamo nulla per lei’. Anzi, le commesse provano ad infilarmi di tutto notando in me la soddisfazione di chi si può permettere capi d’abbigliamento che ho sempre invidiato addosso al resto dell’universo femminile.
I miei complimenti a Candice perché ben rappresenta la categoria ed il mio ringraziamento a magazine e media che danno e - spero - daranno sempre più spazio e dignità anche a noi, a me.
In questa estate che stenta a decollare io al mare non sono ancora andata, ma la prova costume l’ho già superata!

Immagine da siti web
Vado ad un evento food!
Nell'ultimo anno questa la risposta che ho dato più frequentemente alla domanda di rito del venerdì ‘e tu cosa fai nel weekend?’. Ci sono stati periodi della mia vita in cui avrei voluto esclamare tutt'altro, ma da mesi non c’è niente di meglio per me che dedicare energie e tempo alla mia passione per ciò che di buono si mangia e si beve e per chi ne è artefice. E così tutte le volte che posso vesto i panni della foodie e me ne vado entusiasta in giro per manifestazioni, show cooking, corsi, incontri, presentazioni di libri, qualsiasi cosa abbia a che fare con cibo e cucina.
Sono curiosa, affamata. Ho tanto da imparare, ho voglia di scoprire. Mi piace e mi fa star bene.
L’anno è iniziato con il congresso Identità Golose a Milano, lo scorso febbraio. Per me è stato provvidenziale, ha fatto scattare quella molla che tenevo frenata e mi ha fatto intraprendere questa avventura che è il blog (con rispetto parlando per chi è un vero addetto ai lavori).
In marzo ho visitato Taste, il salone dedicato alle eccellenze del gusto allestito alla Stazione Leopolda, e partecipato a qualche evento Fuori di Taste che si è svolto in parallelo animando la bellissima Firenze.

Sempre in marzo sono tornata a Milano per Cibo a Regola d’Arte che ha rivisto protagonisti di questa nuova edizione gli chef Carlo Cracco e Davide Oldani: con master class, incontri e degustazioni alla scoperta di sapori e territori, di mio particolare interesse la Campania.
Ho assaggiato la primavera – e saporiti salumi di qualità – a Polesine Parmense all'Antica Corte Pallavicina in occasione di Salumi da Re, prima edizione di una festa dedicata all'arte norcina di ogni parte d’Italia.

Essendo questo un anno pari a maggio c’è stato Cibus: ricordi degli anni universitari vissuti a Parma quando l’occasione era ghiotta per gli studenti che venivano omaggiati di campioni e rifocillati ad assaggi! Oggi visito la fiera in maniera più professionale: i precedenti lavori mi hanno dato l’opportunità di vivere l’atmosfera di quei giorni nello stand, adesso mi godo la visita per vedere vecchi amici e prodotti nuovi.
Milano è fucina di eventi: Taste of Milano e Milano Food Week si sono tenute a maggio ed io ho fatto un salto ad entrambe le manifestazioni. Ogni occasione è buona per gustare l’aria di festa che si respira, i profumi sprigionati dalle preparazioni degli chef che popolano questi eventi e per scoprire sapori, persone e posti nuovi.

Tra una trasferta milanese e l’altra sono riuscita ad andare a Torino per il Salone Internazionale del Libro, con un’area Casa Cookbook ed alcuni eventi del Fuori Salone dedicati appunto al food.

E pensando che faccio tutto questo solo per passione non stupisce sapere che sono andata ad gustare la cucina delle grandi trattorie italiane in piazza a Faenza per Tutti pazzi in città in una sera di inizio giugno.
Negli stessi giorni nella mia piccola e bella città si è svolta Mantova Creativa, con qualche iniziativa dedicata alla cucina a cui ho – ovviamente! – assistito.

E poi Franciacortando, Festa a Vico, un corso di food writing, qualche sagra all’insegna della cucina popolare. Senza dimenticare gli incontri del sabato in un centro casalinghi alle porte di Mantova dove noiosi pomeriggi si trasformano in ameni e piacevoli momenti. Ed il ricco calendario della scuola di cucina Le Tamerici: non solo cucinare con mostarde e confetture, ma anche imparare a fare la pizza con Renato Bosco (nuovamente premiato dalla nuova Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso con Tre Spicchi e proclamato Maestro dell’impasto…Sapesse che non mi sono ancora cimentata dopo il suo corso!) ed ascoltare gli spassosi racconti della bravissima Martina Liverani, che per l’occasione – la vigilia della festa della donna – ha letto qualche brano del suo nuovo libro Manuale di cucina sentimentale (che sarà la mia lettura estiva) e ha presentato il foodzine Dispensa, progetto di cui lei è Direttore Responsabile.

Ed infine l’evento di ieri sera presso il temporary shop Best of Italy del Fidenza Village: cooking class di Massimo Spigaroli in collaborazione con Bellavista. Lo chef stellato ha preparato una tartare di bue di razza bianca su cui ha adagiato un pesto leggero di basilico, germogli dell’orto, cetriolo fresco, scaglie di Parmigiano giovane ed olio EVO. In abbinamento le bollicine del famoso Franciacorta, per la precisione Pas Operé 2007. Entrambe le realtà, Antica Corte Pallavicina e cantina Bellavista, sono legate al proprio territorio e ne sono un’esemplare valorizzazione, sposando tradizione ed innovazione.

Cosa faccio questo weekend? Con il teletrasporto andrei a Collisioni, festival di letteratura e musica che anima Barolo dal 18 al 21 luglio innaffiato da vino (neanche a dirlo) e condito dai gustosi mangiari di strada. Più verosimilmente trasformerò una cena tra amiche nell'occasione per provare un nuovo ristorante o sperimentare qualche ricetta, aspettando il prossimo evento food!

Ho fatto Festa a Vico!

giovedì 10 luglio 2014

Tra tutti gli eventi di cui ho letto Festa a Vico è quello che più mi ha allettata. A giugno dello scorso anno, quando non vedevo altro che articoli e post sull'edizione 2013, mi sono detta che prima o poi ci sarei andata. Già solo l’incantevole cornice merita il viaggio: Vico Equense, appunto, e la penisola sorrentina la cui bellezza è famosa in tutto il mondo e che per me è sempre stata meta di banchetti nuziali della mia grossa e grassa famiglia napoletana!


Sulla scia del contagioso entusiasmo di chi stava organizzando e si preparava alla festa di quest’anno ho deciso di non aspettare e di esserne spettatrice golosa.
Deus ex machina di questa kermesse, arrivata all'undicesima edizione, è lo chef Gennaro Esposito che riesce a riunire nella sua terra i nomi più importanti del panorama italiano per celebrare l’alta cucina e fare del bene: il ricavato dalla vendita dei biglietti per la partecipazione alle serate enogastronomiche viene infatti devoluto in beneficenza.
Tema dell'edizione 2014, in programma dall'8 all'11 giugno, è stato "i Maestri": a coloro che hanno contribuito all'esordio o segnato con la propria figura (professionale e non) il percorso degli chef protagonisti della manifestazione si sono ispirati i piatti presentati nelle varie serate.
L'evento di domenica sera è stato dedicato alle "Promesse" ovvero ai giovani talenti della ristorazione italiana che hanno animato le vie del centro di Vico preparando all'interno dei negozi o nei cortili dei palazzi i loro piatti e proponendoli al fiume di persone riversatosi nel cuore della cittadina. In linea con lo spirito della festa le modalità della serata: degustazione aperta a tutti (un carnet per 4 assaggi – tra piatti e vino - ed una bottiglietta d'acqua a 15 euro e per beneficenza alle ONLUS – ONLUS Noi con Voi per le MICI e Associazione Sostenitori Ospedale Santobono ONLUS - sostenute da Festa a Vico).
Tra le strade si respirava aria di festa, di festa paesana. Si sentiva profumo d'estate. E l'allegria era evidente: dei negozianti, degli chef arrivati da tutta Italia, della folla!


Tolto il traffico e la fila ad alcuni stand nulla da eccepire all'organizzazione. Mi faccio invece il rimprovero di avere percorso più volte le strade curiosa più che affamata e di aver deciso cosa assaggiare troppo tardi, quando ormai alcuni piatti erano esauriti. Per la prossima edizione suggerirei una mappa con indicazione di ‘chi fa cosa dove’ così da riuscire a mangiare tutto quello che mi pregusto durante la lettura del programma!  Non sono comunque rimasta a bocca asciutta, affatto!
In ordine sparso ho gustato il Foie gras vestito d'oriente in vacanza ai tropici di Alba Esteve Ruiz, giovanissima e dal sorriso dolcissimo, il Cono al cioccolato e pepe cubebe, finto gelato al foie gras, albicocche caramellate al marsala ed amaretti di Corrado Parisi, un'inaspettata esplosione di gusto, gli Agnolotti con farina di piselli germinati, mazzancolle e guanciale di Daniele Usai, che mi ha porto l'ultima porzione disponibile di questo gradevolissimo piatto, l'Anguilla affumicata di Cabras, rafano e piselli di Mauricio Zillo che l'ha simpaticamente ribattezzata o' capitone in onore della cultura gastronomica campana, la Tagliatella di seppie con insalatina di germogli estivi di Salvatore La Ragione, allievo dello chef Esposito ed a capo della brigata del Mammà di Capri. Ed un paio di bicchieri di Furore di Marisa Cuomo ad accompagnare questa esperienza alla scoperta di nuovi sapori.


Lunedì è stata la volta della cena di beneficenza presso il ristorante O' Saracino, cucinata a più mani da chef stellati invitati dallo chef di casa a Marina di Seiano per una serata speciale. Gustare un menù firmato da alcuni tra i migliori chef italiani è un evento imperdibile, soprattutto se l'intero incasso viene devoluto a sostegno di progetti per gli ospedali pediatrici di Napoli: i (150) posti disponibili sono andati esauriti settimane prima della cena. Ed ecco sfilare in sala Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo, Moreno Cedroni, Pino Cuttaia, Antonio Guida, Valeria Piccini, Fabio Pisani, Salvatore Tassa, Davide Oldani, Mauro Uliassi ed altri ancora.
Martedì è stata la Serata delle Stelle. Nonostante un improvviso e fragoroso temporale al complesso turistico Bikini è stato allestito un ristorante a cielo aperto. Lungo l’elenco degli chef impegnati a preparare un piatto che racchiudesse in sé tradizione e modernità, rappresentando le origini e l’evoluzione al tempo stesso del proprio percorso .
Con un’offerta minima di 100 euro alle ONLUS era possibile accedere alla splendida location ed assaggiare tutto quello che gli chef avevano preparato. Cosa tuttavia materialmente impossibile!
L’affollamento alle postazioni da un lato e la curiosità di vedere da vicino tutti quelle celebrità mi hanno fatto gironzolare su e giù per le terrazze nella roccia a godermi lo spettacolo.


Qualche assaggio sono riuscita a farlo: il Risotto pane burro e alici di Francesco Apreda, la Zeppola di cavolfiore burro e alici di Giuseppe Guida, Il porco di Rosanna Marziale, la Foglia di grano, tonno ed erbe di Roy Caceres, l’Omaggio all’amico Frank Rizzuti: antipasto tra terra e cielo di Vitantonio Lombardi (allo chef scomparso recentemente è stato dedicato un applauso in segno di grande affetto e stima da parte di tutti i colleghi ed amici), l’Omaggio a Gualtiero Marchesi: tagliolini freddi di storione e caviale di Vittorio Fusari. Dire che era tutto buono è forse troppo semplicistico, ma è sicuramente vero.


Unico appunto la confusione generata non tanto dal gran numero di persone (quello contribuisce a creare un’atmosfera gioviale), ma da piatti e posate lasciate ovunque.
Sulla spiaggia, circondati da un panorama mozzafiato, i forni per i pizzaioli d’eccellenza – tra cui Franco Pepe, Ciro Salvo, Salvatore Salvo, Gino Sorbillo - che si sono alternati a sfornare pizze tutta la sera.
Respirata profondamente l’aria di mare e di festa lascio il Bikini con la piacevole sensazione di aver fatto proprio bene a ‘scendere’ - come siamo soliti dire noi del Sud che abitiamo al Nord - per questa occasione: l’emozione per questa esperienza tra i più noti chef ed i veri addetti ai lavori è grande. Sono davvero tutti qui per stare insieme, cucinare, mangiare, fotografare, raccontare e ridere. Per di più a fin di bene. E lo fanno per davvero: li ho visti coi miei occhi!
A chiudere la manifestazione la serata di mercoledì a Marina di Seiano dedicata allo street food – immancabile quindi la pizza - ed ai dolci, allietata dal concerto del maestro Stefano Bollani (donazione minima di 50 euro per lo street food ed il buffet di dolci allestito presso lo stabilimento Axidie e di 150 euro per nutrire anche l’anima ed assistere al concerto).
Tanti i nomi illustri di pizzaioli e pasticcieri.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato – a chi ha organizzato, a chi ha cucinato, a chi ha mangiato – è stato possibile raccogliere, direttamente dalla mani delle associazioni amiche di Festa a Vico,  110 mila euro per gli ospedali pediatrici di Napoli.
Il tempo è sempre tiranno: lascio la costiera mercoledì mattina, dopo un bagno di sole ed in mare a Marina di Seiano.


Qui è in corso l’allestimento del suggestivo scenario che a distanza di poche ore avrebbe accolto la serata di chiusura. Alcuni uomini stanno montando le luminarie: di lì a poco sarebbe stato Sant’Antonio, una giornata di celebrazioni per la piccola chiesetta affacciata sul mare. Riesco ad entrare ed il profumo di gigli è inebriante. E sarebbe stato anche il mio onomastico, che nella zona si usa festeggiare più del compleanno.


Prendo coscienza che è la prima volta che viaggio da sola per piacere e mi dico che non è poi così male: che sia l’inizio di una lunga serie di trasferte all'insegna della mia passione per cibo e cucina? Sicuramente l’anno prossimo tornerò a Vico a fare Festa, ancora più attratta dal tema che sarà “Quanto Sud Sei”! E con questo pensiero a farmi compagnia sono pronta a mettermi in viaggio...
Una foodblogger agli esordi poteva perdersi la cena offline per gli appassionati di cibo e tecnologia che si conoscono online? No, l’occasione era troppo ghiotta soprattutto per una principiante come me per di più neofita di social e web.
Lo slogan della Foodie Geek Dinner mi aveva colpita dalla prima volta che l’ho letto, credo fosse dopo l’evento di Modena dello scorso anno. Mi ero ripromessa di andarci alla prima edizione tenutasi nei dintorni, per il solo piacere di partecipare. Allora ignara di avere in animo un blog, ma già dall'anima foodie! Così mi sono informata e mi sono iscritta.
L’intento di queste serate è quello di riunire per cena attorno ad un tavola imbandita blogger, web editor, instagramers, twitteri con la stessa passione. E che lavorano e vivono nella stessa città. Ecco, io ero a circa 200 km da casa ed a oltre 100 km dall'ufficio: non proprio nei paraggi. Altro requisito che mi mancava, ma tutto sommato si trattava di un dettaglio.
Preso il coraggio – e l’ombrello! - sotto una pioggia torrenziale lo scorso 26 giugno sono partita alla volta di Milano: destinazione Food Genius Academy, la scuola di formazione professionale di alta cucina e management di sala allestita con giochi e gadget per l’occasione da Tour de Fork Culinary Creative Consultancy in collaborazione con Cirio.
Il tema di questa FGD era Indovina Chi: sì, il gioco a cui da bambini abbiamo giocato tutti. Ecco allora il primo quiz della Foodie Edition, del tipo ’dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei’: pensare ad un personaggio, inventare i nomi dei piatti a questi ispirati ed affidare al pubblico la scelta del menù a suon di like. Niente panico: i partecipanti alla serata non avrebbe cucinato, ma dato così allo chef Eugenio Boer lo spunto per creare le portate della cena. A votazioni chiuse sono stati svelati piatti e personaggi: Nelson Mandela per il primo piatto, Quentin Tarantino per il secondo e Pelè per il  dolce.
Il menu più votato in assoluto ha permesso alla persona che lo ha proposto - Francesca Mastrovito - di essere special reporter e firmare un articolo su Salepepe.it, social media della serata.
L'altra gara lanciata da Lavazza e IgersItalia prima dell’evento ci ha visti impegnati nella fotografia del nostro caffè mattutino, dalla tazzina al pc magari insieme a smartphone e tablet. Gli autori dei dodici scatti più significativi sono stati scelti per la preparazione di caffè speciali a fine cena e pare siano stati premiati anche perchè capaci di taggare correttamente le immagini (#MorningCoffee #IgersMilano #FGDmi14): scrivere un hashtag appena svegli può essere più difficile di quel che sembra, effettivamente!
Bellissima la location all'interno di un palazzo del centro. La serata è iniziata in cortile dove le padrone di casa hanno accolto i ben capitati. A seguire la foto-ricordo ed un cocktail di benvenuto. E poi strette di mano, chiacchiere ed altre foto.
Dopo l’appetizer offerto da Cirio, Sale&Pepe ci ha presentato un nuovo indovinello: quale l’ingrediente segreto del primo piatto tra maggiorana, origano e timo? Ai primi dieci tweet giusti è stato regalato un abbonamento digitale alla rivista per tre mesi (uno me lo sono aggiudicato io, la fortuna dei principianti!).
Preparazione ed impiattamento avvenivano all'interno dell’accademia, un salone a metà tra una cucina ben attrezzata ed un soggiorno confortevole che tutte noi vorremmo nelle nostre case. Dopo gli antipasti pensati dallo chef (polpo, sedano e patate con salsa Burger Calvè; tataki di carne piselli, menta con salsa Barbecue Calvè; pollo, taccole, paprika con salsa Hot Chicken Calvè) i piatti proposti dalle ospiti rielaborati però secondo il suo estro (gnocchi neri, bianchi e mulatti in salsa verde libertà di Francesca – thesweetsideofthemoon; (ham)burger saporito con tonno rosso scottato con fiamma ossidrica e confettura di cipolla rossa di Tropea di Petunia – eatitmilano; perla nera do Brasil di Alessia – fucsiamerlot).
La cena si è svolta in piedi: si prendeva il piatto, sia assaggiava, si commentava.

Ad animare la serata Ron Avadero e Liquore Cinico per l’aperitivo e Tannico per i vini, a decorare i piatti in cui sono state servite le portate principali  Longplate.

E per tutti i partecipanti un sacchetto pieno di sorprese per le quali ringraziare gli sponsor senza i quali - come le stesse organizzatrici riconoscono - la serata non sarebbe stata possibile. Grazie quindi a Cirio per i pelati, Visto che buono la community di “social cooking” di Unilever per le salse Calvé, Haribo per le caramelle, Lavazza per il caffè, Guardini per lo stampo per biscotti, Gribaudo per il libro, Tucano per la custodia, Sale&Pepe per l’ultimo numero della rivista e Tablecloths per la shopper che conteneva tutto ciò! Non poteva certo mancare chi ha inventato il famoso gioco in scatola: Hasbro.
A Mariachiara Montera ed a Francesca Gonzales, menti ideatrici della Foodie Geek Dinner, il merito di aver pensato a tutto, di aver alimentato la nostra curiosità per tutta l’attesa, di aver dispensato sorrisi e baci per tutta la serata. Ma l’imprevisto non è prevedibile: le piastre che non funzionano e la cena che inizia troppo tardi hanno scoraggiato qualcuno, ma non la sottoscritta!

Non nascondo di aver pensato di rinunciare alla serata: sì di nomi tra i presenti ne conoscevo tanti,  ma di persone pochissime. Invece ho fatto bene ad andare oltre lo schermo dove leggo blog, riviste on line e siti per mettere piede nel mondo reale di chi realizza tutto ciò. Così ho ritrovato amiche che mi hanno vista iniziare questo percorso - che non so dove mi porterà, ma mi sta facendo muovere! e se è vero che chi si ferma è perduto…io sto facendo la cosa giusta! - e Maricler che mi ha sempre incoraggiata, ho conosciuto La Gonzi, ho stretto la mano a veri addetti ai lavori, ho incontrato blogger in carne ed ossa (più ossa che carne, sono tutte magre!). La cosa più emozionante -  e so che farà sorridere – è stata quella di essere riconosciuta da chi in rete ha prestato attenzione al mio messaggio o notato qualche mio commento. Incontrarsi, conoscersi e relazionarsi: questo è il lato social che più mi piace! Io alla FGD torno, eccome!
Il mio viaggio continua!