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Pizza&birra: che bella coppia!

mercoledì 17 dicembre 2014

Mangiare pizza bevendo birra è stato uno dei traguardi della maggiore età, come prendere la patente o andare a ballare il sabato sera anziché la domenica pomeriggio. 
Ed è un'abitudine che ho consolidato nel tempo sperimentando nuovi abbinamenti.
Sembra un accoppiamento banale invece ha il suo perché. E ben ce lo illustra AssoBirra a partire dagli ingredienti comuni come acqua, cereali e lievito (più il luppolo nella birra), ma anche dalla capacità della birra di esaltare profumi e sapori della pizza. Prova ne è che secondo il sondaggio condotto da Doxa per l'occasione, realizzato su un campione di 1000 persone rappresentativo della popolazione adulta, un terzo degli italiani (36%) alla pizza accosta la birra. Non solo quando mangia fuori, ma anche in casa. Perché il consumo (e spesso la preparazione) tra le mura domestiche della pizza è in crescita (58%): causa ne è certamente la crisi, ma anche il piacere della tavola e della convivialità. Chi di voi non ha salvato una cena o improvvisato una serata con amici semplicemente ordinando pizze a domicilio e stappando una birra fresca?
Per la metà degli intervistati l'abbinamento pizza e birra è imbattibile. E per la maggior parte delle donne, soprattutto under 35, la pizza crea l'occasione di consumo ideale della birra, sdoganando così la connotazione più maschile.
La preferenza generale è per la pizza Margherita con la birra alla spina chiara. Io prediligo pizza farcita con pomodorini e mozzarella di bufala nel piatto e birra rossa (tecnicamente Irish Ale) nel bicchiere: la prima semplice e gustosa al tempo stesso, la seconda piacevolmente amarognola. Ma questo è solo uno dei tanti possibili matrimoni d'amore tra pizza e birra: Marco Bolasco, gastronomo esperto di birra, trova più corretto parlare di pizze &birre, per dare espressione ai vari abbinamenti tra stili e tipi di birre e pizze la cui cultura in questi ultimi anni si è affermata per la prima e rinnovata per la seconda.
Fin qui tutto bene. Se non fosse che si sono fatti strada falsi miti a discapito di questo binomio perfetto.
La pizza è poco digeribile. La birra gonfia. Entrambe sono ipercaloriche e fanno ingrassare.
Ed ecco il contributo degli esperti interpellati da AssoBirra per sfatare questi luoghi comuni.
Pino Arletto, maestro pizzaiolo, ci svela i segreti della pizza perfetta: lievitazione lunga, impasto elastico, condimenti equilibrati  non umidi, cottura al punto giusto.
Marco Bolasco ci spiega che "se versata correttamente, cioè con una schiuma compatta ed alta almeno due dita, la birra è più buona e non gonfia perché in questo modo c'è meno anidride carbonica e la giusta quantità di bollicine".

Certo pizza e birra non sono alimenti dimagranti, ma possono essere considerate un ottimo piatto unico. Basta scegliere ingredienti semplici e naturali e non esagerare, come suggerisce Nicola Sorrentino medico specialista in scienze dell'alimentazione.
La birra è una bevanda a basso tenore alcolico, ma è bene ricordare di bere con moderazione e responsabilmente.

Parlarne mi ha fatto venire voglia di infornare la pizza e di mettere in fresco la birra.

Perché il risultato fosse buono e sapesse di casa ho chiesto il contributo di mia madre: il criscito, un composto di acqua e farina in parte uguali lasciato fermentare e successivamente rigenerato (non mi addentro nella tecnica perché questa è ad appannaggio di mia madre che se la ricorda da quando era bambina e si usava conservare il criscito per anni e distribuirlo tra famiglie). Va tenuto in frigorifero e fatto riprendere lasciandolo a temperatura ambiente per qualche ora prima dell'utilizzo.

Ingredienti
450 gr di farina 00
200-220 ml di acqua
150 gr di criscito
10 gr di sale fino
olio evo q.b.
Pomodori pelati (Pizzuttello in questo caso)
Mozzarella di bufala 
Basilico
Acciughe sotto'olio
Olive nere (taggiasche o di Gaeta)
Origano

L'impasto va fatto al mattino per cuocere la pizza la sera così da avere una lunga lievitazione ed un prodotto più digeribile.
Sciogliete il sale in metà acqua leggermente tiepida. Iniziate ad impastare una parte di farina con questa e procedete con le restanti farine ed acqua. Aggiungete il criscito ed impastate fino ad ottenere una palla elastica e morbida da sistemare poi in una ciotola unta d'olio, incidete la superficie facendo una croce, coprite con un tovagliolo e lasciate lievitare al riparo da correnti.
Un'ora prima del consumo, stendete la pasta su una o due teglie (dipende dalle dimensioni) da forno ricoperte di specifica carta e fate riposare mezz'ora. Nel frattempo insaporite i pelati, in parte schiacciati con una forchetta, con un pizzico di sale ed un filo d'olio. A piacimento origano. Farcite e la pizza ed infornate in forno caldo a 225°-250°. Nell'attesa preparate i condimenti: tagliate e lasciate sgocciolare la mozzarella, togliete le acciughe dall'olio, denocciolate le olive. Passato il tempo - la pizza dovrà risultare dorata- sfornare la teglia e farcire con gli ingredienti a piacimento, più o meno riccamente. Infornare nuovamente per altri 10-15 minuti. Sfornare e aggiungere un pò di basilico profumato.
Prestate attenzione alle temperature ed ai tempi di cottura: molto dipende dal forno e dallo spessore della pizza.



Sì, lo posso proprio dire: #pizzaebirraamemipiaci!

E così sostengo l'iniziativa Pizza&Birra promossa da AssoBirra.



Settembre è il mese della ripartenza, ricco di eventi e manifestazioni. Eccone un paio della scorsa settimana che mi hanno incuriosita.
A Reggio Emilia si è svolta la terza edizione di Food Immersion, il festival di cucina creativa pensato e realizzato dall'associazione culturale La Papilla Brilla. Tema di quest'anno "Le mani in pasta": i visitatori hanno potuto partecipare ad incontri, workshop, proiezioni e perfomance per conoscere meglio il mondo della pasta e degli impasti. Il festival ruota attorno a cucina, convivialità, design e street food ed è occasione per sperimentare il cibo e le sue varie contaminazioni. Dal tardo pomeriggio di venerdì a domenica il programma ha visto alternarsi sul palco ospiti che hanno raccontato e mostrato il proprio impasto, inteso anche come approccio al cibo.

Passeggiando nei  Chiostri di San Pietro tra un evento e l'altro è stato possibile assaggiare vari mangiari di strada preparati sul momento dagli street fooder: tigelle, panini gourmet a km 0, pizze, tortelli, gelati e tanto altro. Molti sono arrivati per uno spuntino e per cenare con qualcosa di sfizioso in un clima decisamente allegro e piacevole.
Qui si potevano inoltre acquistare cose buone e fresche al food market, vini locali, libri e pubblicazioni, oggetti hand made.


E tutte le sere uno spettacolo a chiudere in bellezza la giornata. Io ho assistito a "La Parmigiana e la Rivoluzione" di Don Pasta: un mix di cucina, parole, musica e proiezioni per celebrare la cucina popolare che è per tutti ed in questa sede anche un omaggio alle rezdore ed alla loro abilità nella sfoglia.

L'ingresso al festival è gratuito. Il progetto è stato possibile anche grazie al crowdfunding ovvero al finanziamento da parte di chi partecipa. Una bella iniziativa, aperta a tutti. Una vera e propria festa.

Negli stessi giorni nella parte della provincia bresciana che si affaccia sul Lago d’Iseo si è svolto Festival Franciacorta in Cantina, offrendo a tutti la possibilità di scoprire la ricchezza del patrimonio racchiuso in questo nome: visite alle cantine, itinerari a piedi tra i vigneti, escursioni in bicicletta, assaggi di piatti e prodotti tipici.
Franciacorta è un territorio verdeggiante lungo i dolci pendii delle colline di origine morenica, un metodo di produzione detto classico, un vino – il primo prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1995.
Le rose in testa ad ogni filare rendono romantica e sospesa nel tempo questa terra dove tradizione e tecnologia si coniugano a perfezione: basta visitare le cantine (105 in totale) per rendersene facilmente conto.

Il mio tour è partito da Contadi Castaldi dove la terrazza è stata adibita ad una pizzeria a cielo aperto: è di questi ultimi anni la promozione del perfetto abbinamento tra pizza e bollicine, Franciacorta per l’appunto. Presente l’Associazione Verace Pizza Napoletana per un corso sabato e la degustazione domenica. Un’atmosfera allegra, le note della canzone napoletana in sottofondo, un tiepido sole a scaldare i tavoli condivisi ed è subito festa!

Da una collina all’altra per arrivare alla storica cantina Fratelli Berlucchi, una cascina del ‘300 decorata con affreschi medievali che richiamano un banchetto nuziale e dove si respira la passione di famiglia.

Ultima tappa a Cà del Bosco, la casa nel bosco della famiglia Zanella. Su questo poggio circondato da vigne tecnologia ed arte si dividono la scena: all'ingresso il Cancello Solare di Arnaldo Pomodoro, nel parco – tra le altre opere – la statua di una testa aperta verso il cielo e protesa all'infinito di Igor Mitoraj, all'interno della cantina un rinoceronte in fibra di vetro dell’artista Stefano Bombardieri appeso al soffitto a significare "il peso del tempo sospeso".

Venerdì sera una selezione di cantine e chef locali hanno animato l’iniziativa Aspettando il Festival da Dispensa Pani e Vini. Qui ho partecipato al laboratorio del gusto dedicato alla Mozzarella di Bufala Campana DOP: guidata da rappresentanti del consorzio ho viaggiato fino in Campania per scoprire origini e caratteristiche di questo prodotto che per me è comfort food, è il ricordo delle vacanze in famiglia, è ritorno alle origini.

Qualche appunto di cui ho preso nota.
Il cibo se non unisce è almeno argomento di confronto: si può mangiare differente, ma pensare uguale.
Il vino si fa in vigna.
Il segreto della cantina è ben custodito nelle bottiglie.
Il vino è pop: è un mondo aperto a tutti, pieno di fascino di cui inebriarsi.
Bere consapevolmente (e) bene è un mantra.

Ho fatto Festa a Vico!

giovedì 10 luglio 2014

Tra tutti gli eventi di cui ho letto Festa a Vico è quello che più mi ha allettata. A giugno dello scorso anno, quando non vedevo altro che articoli e post sull'edizione 2013, mi sono detta che prima o poi ci sarei andata. Già solo l’incantevole cornice merita il viaggio: Vico Equense, appunto, e la penisola sorrentina la cui bellezza è famosa in tutto il mondo e che per me è sempre stata meta di banchetti nuziali della mia grossa e grassa famiglia napoletana!


Sulla scia del contagioso entusiasmo di chi stava organizzando e si preparava alla festa di quest’anno ho deciso di non aspettare e di esserne spettatrice golosa.
Deus ex machina di questa kermesse, arrivata all'undicesima edizione, è lo chef Gennaro Esposito che riesce a riunire nella sua terra i nomi più importanti del panorama italiano per celebrare l’alta cucina e fare del bene: il ricavato dalla vendita dei biglietti per la partecipazione alle serate enogastronomiche viene infatti devoluto in beneficenza.
Tema dell'edizione 2014, in programma dall'8 all'11 giugno, è stato "i Maestri": a coloro che hanno contribuito all'esordio o segnato con la propria figura (professionale e non) il percorso degli chef protagonisti della manifestazione si sono ispirati i piatti presentati nelle varie serate.
L'evento di domenica sera è stato dedicato alle "Promesse" ovvero ai giovani talenti della ristorazione italiana che hanno animato le vie del centro di Vico preparando all'interno dei negozi o nei cortili dei palazzi i loro piatti e proponendoli al fiume di persone riversatosi nel cuore della cittadina. In linea con lo spirito della festa le modalità della serata: degustazione aperta a tutti (un carnet per 4 assaggi – tra piatti e vino - ed una bottiglietta d'acqua a 15 euro e per beneficenza alle ONLUS – ONLUS Noi con Voi per le MICI e Associazione Sostenitori Ospedale Santobono ONLUS - sostenute da Festa a Vico).
Tra le strade si respirava aria di festa, di festa paesana. Si sentiva profumo d'estate. E l'allegria era evidente: dei negozianti, degli chef arrivati da tutta Italia, della folla!


Tolto il traffico e la fila ad alcuni stand nulla da eccepire all'organizzazione. Mi faccio invece il rimprovero di avere percorso più volte le strade curiosa più che affamata e di aver deciso cosa assaggiare troppo tardi, quando ormai alcuni piatti erano esauriti. Per la prossima edizione suggerirei una mappa con indicazione di ‘chi fa cosa dove’ così da riuscire a mangiare tutto quello che mi pregusto durante la lettura del programma!  Non sono comunque rimasta a bocca asciutta, affatto!
In ordine sparso ho gustato il Foie gras vestito d'oriente in vacanza ai tropici di Alba Esteve Ruiz, giovanissima e dal sorriso dolcissimo, il Cono al cioccolato e pepe cubebe, finto gelato al foie gras, albicocche caramellate al marsala ed amaretti di Corrado Parisi, un'inaspettata esplosione di gusto, gli Agnolotti con farina di piselli germinati, mazzancolle e guanciale di Daniele Usai, che mi ha porto l'ultima porzione disponibile di questo gradevolissimo piatto, l'Anguilla affumicata di Cabras, rafano e piselli di Mauricio Zillo che l'ha simpaticamente ribattezzata o' capitone in onore della cultura gastronomica campana, la Tagliatella di seppie con insalatina di germogli estivi di Salvatore La Ragione, allievo dello chef Esposito ed a capo della brigata del Mammà di Capri. Ed un paio di bicchieri di Furore di Marisa Cuomo ad accompagnare questa esperienza alla scoperta di nuovi sapori.


Lunedì è stata la volta della cena di beneficenza presso il ristorante O' Saracino, cucinata a più mani da chef stellati invitati dallo chef di casa a Marina di Seiano per una serata speciale. Gustare un menù firmato da alcuni tra i migliori chef italiani è un evento imperdibile, soprattutto se l'intero incasso viene devoluto a sostegno di progetti per gli ospedali pediatrici di Napoli: i (150) posti disponibili sono andati esauriti settimane prima della cena. Ed ecco sfilare in sala Andrea Berton, Antonino Cannavacciuolo, Moreno Cedroni, Pino Cuttaia, Antonio Guida, Valeria Piccini, Fabio Pisani, Salvatore Tassa, Davide Oldani, Mauro Uliassi ed altri ancora.
Martedì è stata la Serata delle Stelle. Nonostante un improvviso e fragoroso temporale al complesso turistico Bikini è stato allestito un ristorante a cielo aperto. Lungo l’elenco degli chef impegnati a preparare un piatto che racchiudesse in sé tradizione e modernità, rappresentando le origini e l’evoluzione al tempo stesso del proprio percorso .
Con un’offerta minima di 100 euro alle ONLUS era possibile accedere alla splendida location ed assaggiare tutto quello che gli chef avevano preparato. Cosa tuttavia materialmente impossibile!
L’affollamento alle postazioni da un lato e la curiosità di vedere da vicino tutti quelle celebrità mi hanno fatto gironzolare su e giù per le terrazze nella roccia a godermi lo spettacolo.


Qualche assaggio sono riuscita a farlo: il Risotto pane burro e alici di Francesco Apreda, la Zeppola di cavolfiore burro e alici di Giuseppe Guida, Il porco di Rosanna Marziale, la Foglia di grano, tonno ed erbe di Roy Caceres, l’Omaggio all’amico Frank Rizzuti: antipasto tra terra e cielo di Vitantonio Lombardi (allo chef scomparso recentemente è stato dedicato un applauso in segno di grande affetto e stima da parte di tutti i colleghi ed amici), l’Omaggio a Gualtiero Marchesi: tagliolini freddi di storione e caviale di Vittorio Fusari. Dire che era tutto buono è forse troppo semplicistico, ma è sicuramente vero.


Unico appunto la confusione generata non tanto dal gran numero di persone (quello contribuisce a creare un’atmosfera gioviale), ma da piatti e posate lasciate ovunque.
Sulla spiaggia, circondati da un panorama mozzafiato, i forni per i pizzaioli d’eccellenza – tra cui Franco Pepe, Ciro Salvo, Salvatore Salvo, Gino Sorbillo - che si sono alternati a sfornare pizze tutta la sera.
Respirata profondamente l’aria di mare e di festa lascio il Bikini con la piacevole sensazione di aver fatto proprio bene a ‘scendere’ - come siamo soliti dire noi del Sud che abitiamo al Nord - per questa occasione: l’emozione per questa esperienza tra i più noti chef ed i veri addetti ai lavori è grande. Sono davvero tutti qui per stare insieme, cucinare, mangiare, fotografare, raccontare e ridere. Per di più a fin di bene. E lo fanno per davvero: li ho visti coi miei occhi!
A chiudere la manifestazione la serata di mercoledì a Marina di Seiano dedicata allo street food – immancabile quindi la pizza - ed ai dolci, allietata dal concerto del maestro Stefano Bollani (donazione minima di 50 euro per lo street food ed il buffet di dolci allestito presso lo stabilimento Axidie e di 150 euro per nutrire anche l’anima ed assistere al concerto).
Tanti i nomi illustri di pizzaioli e pasticcieri.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato – a chi ha organizzato, a chi ha cucinato, a chi ha mangiato – è stato possibile raccogliere, direttamente dalla mani delle associazioni amiche di Festa a Vico,  110 mila euro per gli ospedali pediatrici di Napoli.
Il tempo è sempre tiranno: lascio la costiera mercoledì mattina, dopo un bagno di sole ed in mare a Marina di Seiano.


Qui è in corso l’allestimento del suggestivo scenario che a distanza di poche ore avrebbe accolto la serata di chiusura. Alcuni uomini stanno montando le luminarie: di lì a poco sarebbe stato Sant’Antonio, una giornata di celebrazioni per la piccola chiesetta affacciata sul mare. Riesco ad entrare ed il profumo di gigli è inebriante. E sarebbe stato anche il mio onomastico, che nella zona si usa festeggiare più del compleanno.


Prendo coscienza che è la prima volta che viaggio da sola per piacere e mi dico che non è poi così male: che sia l’inizio di una lunga serie di trasferte all'insegna della mia passione per cibo e cucina? Sicuramente l’anno prossimo tornerò a Vico a fare Festa, ancora più attratta dal tema che sarà “Quanto Sud Sei”! E con questo pensiero a farmi compagnia sono pronta a mettermi in viaggio...